Articolo - Il lupo tornerà nei boschi del fiume

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    Secondo gli esperti si sta creando l'habitat. Mantovani: tante specie sono già qui e fino a 20 anni fa era impensabile.


    CREMONA - «E’ tornata la volpe, i caprioli si vedono sempre più spesso, nei boschi del Po e nelle campagne hanno fatto ritorno anche i cinghiali, le martore e gli scoiattoli. Tutto lascia supporre che tra qualche decina d’anni ritornerà anche il lupo». Lascia senza parole il finale dell’intervento di Sergio Mantovani, naturalista, divulgatore scientifico e collaboratore di svariate testate che si occupano di natura. L’occasione per l’appassionata relazione è stata data dalla Giornata al Padre Po organizzata dall’Aics di Renato Bandera (erano presenti la presidente nazionale Alessia Vallara, il presidente Flora Alberto Superti, Achille Cotrufo delegato Coni, Francesca Pontiggia per la Provincia e il pittore, presidente gruppo Aics Ariberto Ariberti). L’incontro si è tenuto alla Flora e il tema era l’ambiente del Po, gli animali e le piante: «Una rivoluzione in corso» l’ha definita Mantovani. Una ‘rivoluzione’ perché secondo il naturalista le condizioni ambientali sono così migliorate, sotto tutti i punti di vista, tanto da indurre animali scomparsi dalla Pianura Padana a farvi ritorno. «Oggi siamo al top della forestazione — ha spiegato Mantovani — non solo qui in Padania, ma in tutta l’Italia, non eravamo in questa massima espansione di forestazione da ben due secoli, secondo i dati ufficiali della Forestale. Esiste una nuova coscienza nella società e ciò ha favorito un miglioramento dell’habitat e un ritorno faunistico che era impensabile fino a 20 anni fa, negli anni 70-80 nessuno poteva immaginare che le nostre golene sarebbero tornate come una volta, con gli animali di una volta, che evidentemente si trovano bene, sono rispettati, trovano un habitat congeniale». Alle domande come sono arrivati cinghiali, scoiattoli volpi, caprioli l’esperto ha risposto con semplicità: «Nuotando, attraversando il Po a nuoto, sono tutti ottimi nuotatori, anche il delicato e piccolo scoiattolo. Sono arrivati dall’appennino emiliano, dove nelle zone più impervie si trovano anche esemplari di lupi. Gli esperti prevedono che appena l’area colonizzata diventerà ‘piccola’, e dunque con scarsa possibilità di cibo, si sposteranno da noi». Mantovani ha intuito la sorpresa dell’uditorio, la sala era colma, visto che il lupo, dopo secoli di persecuzione, di superstizione e di ‘cattiva stampa’ suscita una paura ancestrale. Tra il pubblico in molti hanno pensato automaticamente ai pericoli che già provocano i cinghiali e ha subito spiegato: «Nessuno poteva prevedere un ritorno in massa di specie da queste parti estinte, anzi nessuno lo aveva previsto, e invece è successo, non subito, ma succederà anche per il lupo». Come a dire sarà poi l’uomo a gestire la delicata convivenza.

    17 Settembre 2015

    Fonte: La Provincia di Cremona
     
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