La Leggenda di Dylan - Capitolo III

Il Risveglio

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  1. AizeN~
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    Capitolo III - Il Risveglio
    Dylan aprì gli occhi molto lentamente, era sdraiato su un letto, in balia della confusione.
    << Ma che... >>
    Era scosso, non riusciva a mettere a fuoco, la testa girava e non riusciva a capire bene dove fosse.
    << Dylan... Come ti senti? >>
    La voce rimbombò nelle sue orecchie, lettera per lettera, seguito da un fischio acuto dritto nei timpani.
    << Aaaaah! Ma che diavolo? Non urlare così! >>
    << Cosa? Ma non sto urlando io... >>
    Quella voce era familiare, era la voce di Kitiara, seduta accanto al suo letto. Man mano la vista diventò più chiara e nitida, la testa smise di girare, come il fischio acuto nelle sue orecchie, seguito purtroppo ad un dolore alle ginocchia.
    << Dove... Dove mi trovo? >>
    << Tranquillo, siamo al sicuro, per ora. Siamo nel mio rifugio e di Syra, lo utilizzavamo come rifugio per la notte, però è ancora in buone condizioni. >>
    << E Syra? Dov'è? >>
    << Ehm... >>
    << Non ci posso credere! E' riuscita a coinvolgermi in questa situazione santo cielo! Con un licantropo!>> Disse a voce alta Syra, nella stanza accanto.
    << Ha detto che era andata a prendere un po' d'aria, non ci ha messo molto vedo... >>
    << Licantropo!? >>
    << Eh già, hai combinato un bel pasticcio la scorsa notte, ricordi? >>
    << No... Ricordo quelle guardie, i cavalli... La freccia, la freccia! >>
    Si alzò a sedere di scatto, e guardando la sua spalla notò che non era rimasto altro che una bella cicatrice.
    << Ricordo solo la guardia che scoccò quella freccia, poi niente. >>
    << Beh... Credo sia arrivato il momento di sputare il rospo, e di evitare di girare intorno alle cose. Sei stato morso da un licantropo, e ieri sera ti sei trasformato per la prima volta, hai ucciso tutte le guardie e devastato metà foresta. Ti abbiamo seguito tutta la notte, e sei tornato in forma umana poche ore fa, ed eccoti qui. >>
    << Oddio non può essere vero... >> Disse Dylan poggiando la testa sul morbido cuscino. Iniziò a guardarsi intorno, la stanza era molto decorata anche se non molto grande: le pareti erano piene di quadri, dipinti dove erano raffigurate battaglie di ogni genere, paesaggi. Qualche mobile qua e là e un grosso armadio alla sua destra. La luce filtrava nella finestra illuminando quasi tutta la stanza, anche se ciò dava fastidio al ragazzo, e non poco.
    << Quindi... Io sono un licantropo... >>
    << ... Si, e Syra a quanto pare non è molto d'accordo, ma prova a biasimarla. E' una cacciatrice, e ora è in questa situazione, siamo ricercati e non sappiamo se ci troveranno o meno. >>
    << E perché tu sei tranquilla? >>
    La ragazza alla domanda di Dylan distolse lo sguardo per qualche secondo, si alzò dalla sedia e aprendo le ante dell'armadio, prese dei vestiti.
    << Vestiti forza, abbiamo da fare. >> Disse con un tono serio e imbronciato quasi, e lasciò il ragazzo, chiudendo la porta alle sue spalle.
    " Perfetto... "
    Ormai aveva ripreso in pieno i sensi, anche se il dolore alle ginocchia ancora era presente, ma niente di grave. Tuttavia si sentiva molto debole, come se avesse corso per ore ed ore, per non parlare della luce del sole che lo accecava. Spostò le morbide coperte rosse e si alzò dal letto. Si vestì in un baleno, e uscì dalla stanza, scendendo le scale al piano di sotto.
    Il salone era enorme, quasi il doppio di quello della casa di Syra, strutturato più o meno nello stesso modo. Erano entrambi lì ferme, all'ingresso, Kitiara rinfoderava i pugnali, mentre Syra si legava una cinta in cuoio intorno alla vita.
    << Dobbiamo andare, ci troveranno anche qui, non abbiamo molto tempo. A Est c'è un altro rifugio, ci accamperemo lì per la notte, nel frattempo, dobbiamo aiutare te, Dylan. >>
    << Come? >>
    << Hai capito bene, sei un licantropo ora, dobbiamo tenerti d'occhio per evitare brutte sorprese, hai bisogno di un minimo di preparazione per controllarti, se vuoi ancora vivere. >>
    << Però sono disarmato al momento. >>
    << Ah, vero, quasi dimenticavo >> Si intromise Syra. << Ho giusto una cosa per te >> Con passo spedito entrò in un'altra stanza, una di quelle stanze riservate per le armi, armature e robe del genere, uscì con un arco nero e una faretra dello stesso colore.
    << Tieni, vedi di non romperlo, ci dovrebbero essere frecce a sufficienza, ad ogni modo andiamo in città, in caso tu le finisca. >> Disse quasi con aria scontrosa, e il motivo era ovvio.
    Uscirono dall'abitazione, poco lontano dall'ingresso si potevano ben notare i due cavalli, pronti per marciare. Dylan salì con Kitiara, e si misero in marcia, verso Est.
     
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