Capitolo I- Il viaggio

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    Per questo primo capitolo ringraziamo Mek1989

    CAPITOLO I ~ Il viaggio

    Aprii gli occhi. Mossi i miei passi fino al bagno, gettandomi sotto la doccia. Un'altra giornata monotona e grigia come tutte le altre, ma una delle ultime che avrei passato come tali. Dopo essermi asciugato, indossai un paio di jeans, una t-shirt e un maglione di lana. Afferai il giubbotto e uscii, diretto al mio pick-up. Niente colazione, l'avrei fatta a lavoro. L'unica passione che mi teneva in vita era data dal mio lavoro. Non riuscivo a mantenere rapporti stabili con altri esseri umani, ma con gli animali cambiava tutto. Stavo con loro otto ore al giorno e in quel periodo di tempo non c'erano più problemi, non c'era più niente. Ero uno degli assistenti di Richard Poulse, eminente studioso di canidi. Io, in particolare, mi occupavo dei lupi che passavano dalla sua tenuta, selezionando i più adatti per la sua ricerca. Quelli scartati sarebbero stati poi venduti a zoo o ad altri studiosi.
    Scesi dal mezzo e venni affiancato subito da una mia collega, Carol White.
    << Ehi J, come è andato il week-end? >>.
    Era alta, avvenente e appena dottorata. Ed era bionda con gli occhi azzurri. Se io non fossi stato un tale disastro con le persone, ci avrei sicuramente provato. Anche lei amava i lupi come me. "J" era il diminutivo del mio nome di battesimo Jonathan. Jonathan McWolf, il trentenne sociopatico. Ci si potrebbe scrivere una storia sulla mia vita, una storia molto triste.
    << Odioso, come tutti i week-end lontano dai miei lupi >>.
    << Possibile che un tipo come te non riesca a trovarsi una donna? >>.
    La sua affermazione mi lasciò spiazzato. Sì, ero un uomo alto oltre il metro e ottanta e ed ero sempre in forma nonostante non praticassi alcuno sport, ma non capivo cosa intendesse.
    << Cioè? >>
    << Sei un bell'uomo, J. Svegliati >> rise << Ti stai avvicinando ai trenta e sembri ancora un ragazzino. Come mai non hai fatto il college? >>.
    << Non mi piacciono troppo le persone >>.
    Avevo parlato senza pensare e mi aspettavo che da un momento all'altro Carol scappasse. Invece rimase in silenzio per qualche secondo con l'espressione pensosa.
    << Peccato >> concluse << secondo me alla gente piaceresti >>.
    Sorrise e s'allontanò. "Ecco perché non mi piace parlare con le persone. Mi confondono" pensai, anche se il mezzo complimento mi strappò un sorriso. Continuò a camminare in direzione dello studio del capo. La porta era aperta, quindi entrai senza bussare.
    << Ehi McWolf, oggi i tuoi cuccioli sono in ansia >> non era nel suo stile salutare.
    << Li raggiungo subito, capo >> feci per voltarmi, d'altra parte morivo dalla voglia.
    << No aspetta >> mi fermò << Hai sentito il notiziario sul canale sei ieri sera? >>
    << La storia dell'Alaska? >> c'era solo quella storia che poteva interessargli.
    In Alaska non ci sono più molti lupi, eppure nell'ultima settimana almeno una decina di persone era stata attaccata e uccisa e i colpevoli secondo i locali erano proprio i canidi.
    << Sì, sai... ho una tenuta abbastanza grande là >>.
    Per una volta nella mia vita, qualcosa mi interessava più dei lupi. Attesi con impazienza che continuasse quel discorso.
    << Ecco... pensavo... >> sembrava esistare.
    << Di mandare là qualcuno a studiare i lupi? >> proposi, celando il tono entusiasta.
    << Sì, McWolf! Esatto! Solo che non so chi sarebbe disposto ad andare fin là. Sai, l'Alaska non è Miami Beach... >>.
    << Sono il tuo uomo, capo! >>
    Quella messinscena era inutile con me, non vedevo l'ora di andare per scoprire cosa turbasse i miei amici a quattro zampe.
    << Oh, bene. Quando puoi partire? >>.
    << Domani? >>.
    << Perfetto, porterete con voi un po' di strumentazione. La partenza è alle sei in punto del mattino >>.
    << Non mancherò >>.
    Entusiasta per la notizia, andai a coccolare per l'ultima volta Gregor, Smith e Delta. Erano dei nomi orribili per tre stupendi esemplari di lupo grigio, ma Poulse era il loro padrone ed era toccato a lui scegliere come chiamarli. Mi dispiaceva molto lasciarli lì, però anche io volevo trovare qualcuno con cui legare. Forse cambiare abitudini, cambiare terra avrebbe aiutato e per questo ero più determinato che mai.
    Il mattino seguente mi alzai un'ora prima della partenza, il sole non era nemmeno sorto. Avrò dormito tre, quattro ore al massimo per l'eccitazione. Non ero mai stato un malato di moda, per cui avevo due valigie in cui ero riuscito a mettere pressoché tutto il guardaroba. Avrei dovuto acquistare indumenti pesanti, anche perché non avevo mai patito molto il freddo e non mi ero mai preoccupato di comprare l'occorrente per andare in Alaska. Scoprii che erano stati preparati tre autotrasporti ed un furgoncino per la squadra.
    Sapevo che non mi avrebbero mandato da solo, io ero solo un esperto sul campo e serviva qualcuno con le qualifiche scolastiche necessarie. Così mi ritrovai Carol davanti, sorridente come non mai.
    << Buongiorno. Non dovrai nemmeno chiamarmi capo, pensa un po'! >> disse, la sua allegria era incontenibile.
    Per lei doveva essere un'esperienza ancora più eccitante, perché non a molti dottorandi capitava di essere catapultati dall'università a dirigere operazioni sul campo. Oltretutto si trattava di avere a che fare con una situazione delicata, dimostrare che i lupi non potevano essere coinvolti in una serie di omicidi ed evitare che una specie, già a rischio d'estinzione, venga decimata dal desiderio di vendetta della popolazione locale.
    << Perché, capo? Capo non ti piace, capo? >>
    << E smettila >> rise << su andiamo dai >>.
    Caricammo le valige nel furgone e salimmo. Notai per lo più elementi per la ripresa diurna e notturna, per cui immaginai che sul posto ci fosse già l'occorrente per la catalogazione e l'analisi. Il nostro team era composto da altre tre persone: Jason Johnson e Tim Smith, addetti alla strumentazione, e Karl Strovovic, l'autista. Non avevo, al solito, molta voglia di legare, quindi scambiate le frasi di circostanza mi chiusi nel mio mondo a riflettere sulla vita.
    Dopo qualche ora di viaggio notai che Carol mi fissava con aria pensosa. Forse era preoccupata che stessi troppo zitto o forse per quello che le avevo detto il giorno prima.
    << Che c'è? >> le chiesi.
    << Niente, pensavo al tuo cognome >>.
    << McWolf è nome stupendo. Viene da cara vecchia Europa >> commentò col suo accento russo Karl.
    << Europa?! davvero? >>
    Carol non aveva mai potuto permettersi un viaggio in Europa, le sarebbe piaciuto andare tanto a Parigi. Era la tipica ragazza romantica.
    << Sì, esatto. Dalla Scozia >>.
    << Io stato in Scozia tanto tempo fa. Bella terra, tante storie. Tu sa storie, McWolf? >>
    << Beh, io conosco la storia del clan McWolf. Mio nonno me la raccontava tutti i giorni >>.
    << Da! Racconta, racconta! >>
    << Ecco... io... >>
    << Per favore! >> intervenne Carol con lo sguardo da cucciola.
    "Accidenti" imprecai mentalmente.
    << E va bene >> sbuffai << mi spiace solo perché è una bella storia e io sono un pessimo narratore >>.
    << Tu è più bisbetico di vecchia suocera russa >> commentò Karl.
    Mio malgrado scoppiai a ridere con l'intera squadra, poi l'attenzione si fissò su di me. Mi concentrai, la storia del nonno non meritava d'esser rovinata.
    << C'era una volta, nell'antica Scozia, un piccolo villaggio governato dal Clan McMillan. Gli abitanti volevano vivere in serenità e in pace, non si sognavano nemmeno di sconfinare nei territori degli altri clan ed erano profondi amanti della natura. Per cui, anche se dovevano cacciare per vivere perché allevamento e pastorizia non bastavano, prendevano dai corpi degli animali uccisi solo ciò che serviva loro per sopravvivere e il resto veniva lasciato alla natura. Per molti anni non ci furono problemi.
    Un giorno però arrivarono i lupi >> feci una pausa teatrale << Non quelli che conosciamo noi, quelli erano grandi e grossi come leoni se non più. I loro branchi non temevano niente e nessuno. Francis McMillan, il capo-clan, non voleva interferire con la natura però le morti dei suoi protetti e di alcuni dei suoi familiari lo misero in allarme e così dichiaro aperta la caccia. Claudine, sua figlia, era contraria e sosteneva che nessun animale poteva essere cattivo e si diresse nella foresta da sola. Il villaggio vicino, comandato dal clan McGregor, ne approfittò per comandare una sortita. Più ambiziosi del villaggio di Francis, arrivarono e passarono a fil di spada chiunque si opponesse al loro controllo, incluso lo stesso capo-clan. Sembrava la fine >> mi interruppi.
    Osservai i loro sguardi, forse non ero poi così male come narratore. Sembravano pendere dalle mie labbra.
    << Su, continua. Io ho occhi su strada ma voglio sapere come finisce storia >> da quell'affermazione capii che Mark non era timido.
    << Ma il clan McGregor commise l'errore di massacrare anche gli animali. In una notte di plenilunio Claudine McMillan tornò al villaggio e trascinò tutti gli abitanti fedeli a suo padre nella foresta. Il matrimonio tra Claudine e l'alfa del branco sancì un patto tra lupi e uomo e il figlio che nacque, Alastor, fu il primo del clan McWolf. Finché un McWolf vive, nessuno dimenticherà quel patto >>.
    << Sposò un lupo? In che senso? >> Jason non capiva.
    << Era bambino Jason, non sapeva. Perché non chiudi tua bocca e fai finire storia? >>
    << Sì, Jason. Non dimenticare che da gagno pensavi che i bambini li portasse la cicogna come tutti >> ghignò Tim.
    << Non fate i bambini >> li rimbeccò Carol.
    << Non si sa cosa sia successo esattamente >> ricominciai e calò il silenzio << ma l'unica traccia sulla scomparsa del clan McGregor è questa vecchia storia che si tramanda da McWolf in McWolf. E ad ogni plenilunio, un McWolf festeggia il giorno in cui è stata ottenuta la libertà >>.
    Ci fu un attimo di attesa, poi Karl ruppe il silenzio.
    << Magnifica storia, McWolf! >> battè le mani sul volante.
    Mi stava simpatico quel tipo, Jason e Tim sembravano i due classici rivali dalla nascita e Carol, beh, era Carol. Le mancava solo un difetto per essere perfetta.
    << E dimmi, McWolf >> fu proprio lei a parlare << i tuoi parenti sono tenebrosi come te? >>
    << No, capo >> le feci la linguaccia.
    Parlammo ancora un po', poi le mancate ore di sonno incominciarono a farsi sentire e, dopo aver appoggiato la testa al sedile del furgone, mi addormentai di botto.
    Aprii gli occhi e scoprii che eravamo già sul posto.
    << Buongiorno >> mi salutò Carol << hai sognato qualcosa di interessante? >>
    << No, perché dici così? >>
    << Hai balbettato un nome. Alastor se non sbaglio. Lo stavi cercando? >>.
    Pensavo che bluffasse, prima che nominasse il mio avo. Avevo fatto un sogno strano: camminavo sulle acque. Da una parte c'erano dei lupi e dall'altra gli uomini e io ero esattamente in mezzo. Ad un certo punto c'era mio nonno che mi diceva "Alastor, segui Alastor!" ma io non lo trovavo. E a quel punto ho visto un lupo camminare sulle acque, ma non su quattro zampe bensì su due. Il suo sguardo sembrava trapassarmi l'anima. Prima che mi toccasse il paesaggio era cambiato. Mi sentivo libero e forte in mezzo alla natura, sensazione non poi molto diversa dalla realtà. Dopo essermi beato di quella pace interiore per non so quanto tempo mi ero risvegliato.
    << Sì, l'ho trovato >> dissi.
    Non sembrava convinta ma resistetti all'impulso di chiederle qualcosa a riguardo. C'era l'attrezzatura da scaricare e poi non vedevo l'ora di mettermi al lavoro. Per quanto sapessi che fosse improbabile cominciare il primo giorno a lavorare sulla fauna e la flora, mi illusi che ci sarei riuscito.
    << Lascia fare noi, McWolf >> il russo mi congedò << Tu va pure fare giro nella foresta >>.
    Il suo dire mi lasciò di sasso e, da come ammiccò, temetti che mi avesse letto nella mente. Io non pensavo fosse così bravo ad inquadrare le persone, evidentemente mi sbagliavo.
    << Oh, grazie Karl >>.
    Mi avviai, lasciandomi alle spalle l'enorme tenuta in cui avremmo abitato tutti assieme.
    << Ah, McWolf. Mi sono dimenticato di dire te una cosa! >> mi gridò quando ormai ero sul limitare della vegetazione << Tu e Carol dormite in stessa stanza, spiacente ma una ci serve per apparecchiature! >>
    Mi voltai, atterrito.
    << In letti separati? >> domandai, gridando tra l'altro, senza riflettere.
    Il mio volto avvampò, quindi supposi di esser diventato più o meno del colore di un pomodoro. Carol era più o meno del mio stesso colorito. Karl si fece una grossa risata.
    << Ahahah, tu è sagoma, McWolf! Certo! >>
    Salutai con un cenno nervoso e mi catapultai nella natura, respirando a pieni polmoni l'aria fresca e pulita dell'Alaska. Avrei dovuto essere preoccupato di non avere scorta ma non lo ero per nulla. Andò tutto bene, riuscii a trovare qualche tana di volpe e delle orme che sembravano di lupo: eravamo nel posto giusto.
    Ad un certo punto però mi sentii in pericolo. Ero in un punto di vegetazione molto rada, a poco più di un miglio dalla mia nuova casa e non ero solo. Non riuscivo a vedere cosa fosse, eppure il formicolio che sentivo alla nuca poteva voler dire una cosa sola: ero osservato. L'istinto mi spinse a concentrarmi sull'udito e mi parve di sentire dei passi leggeri, che però potevano essere benissimo aliti di vento, far frusciare l'erba.
    Ad un certo punto vidi un'ombra muoversi, mi stava guardando e io non riuscivo a vedere niente dei suoi tratti. Feci una cosa molto stupida e provai ad avvicinarmi e fu proprio in quel momento che risuonò uno sparo. Caddi a terra dallo spavento, poi cercai di nuovo con lo sguardo l'animale ma era fuggito.
    << Ehi McWolf, che ti prende? Sei impazzito? >> Tim aveva sparato un razzo di segnalazione << Ci sono degli animali assassini da ste parti e te ne vai in giro senza scorta? >>
    Al suo fianco c'era Jason e alle loro spalle sopraggiunsero anche Karl e Carol. Quest'ultima mi caricò, furibonda.
    << Dico io, sei un incoscente o cosa? >> non c'era più imbarazzo nel suo sguardo << Volevi che perdessi un membro del team prima ancora di riuscire a piazzare la strumentazione? >>
    Dopo aver detto quelle parole mi rifilò un ceffone, sorprendendomi. Portai la mano sulla guancia.
    << Scu-scusami... non volevo... >> dissi in tono incerto << torno alla base >>.
    Lessi la sua rabbia svanire ed essere sostituita da rammarico. Non mi avrebbe comunque chiesto scusa davanti al team, era troppo orgogliosa ed era il capo. Quindi tornai sui miei passi, deciso a dimenticare quella brutta esperienza. Aveva avuto ragione, stavo per farmi ammazzare. Eppure quell'ombra non aveva provato ad attaccarmi. Perché? Ero solo e indifeso, perché non finirmi velocemente? Forse era un lupo e stava aspettando i compagni per la caccia o forse no. In ogni caso era molto interessato a me.
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    Edited by Lykos_96 - 5/1/2016, 18:58
     
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  2. Zarthial
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    Finalmente sono riuscito a leggerlo! XD

    Davvero bello e intrigante, non vedo l'ora di sapere come va avanti! *W*
     
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    thanks andre :3 presto uscirà anche la seconda parte,manca pochissimo (con molta probabilità esce domani XD)
    sono contenta che ti piaccia ^^
     
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2 replies since 3/1/2014, 23:18   53 views
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