Una giornata da Lycan

#2 contest

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    Benvenuti carissimi utenti a questo nuovo contest di Werewolf Soul! Questa volta sarà un contest diverso dagli altri, ovvero sarete voi i protagonisti! E' un contest di scrittura dove vi verrà dato un tema e voi potrete dare libero sfogo alla vostra fantasia; potranno partecipare solo ed esclusivamente gli utenti del forum e in palio ci saranno dei premi! Chiunque può partecipare, senza dover compilare nulla. L'unica cosa è che, ovviamente, bisognerà presentarsi se siete utenti nuovi, ma a parte questo nulla di che. Alla fine verrà decretato il vincitore dagli stessi utenti che, tramite un topic apposito, potranno votare la storiella che più preferiscono (verrà aperto un topic alla fine del contest). Bhe non vi resta che partecipare e divertirvi! Potrete scrivere di tutto (senza usare termini volgari, ovviamente) e la lunghezza del racconto non incide sul voto finale :) Potete scrivere i vostri racconti qui sotto e anche commentarli. Il contest chiuderà il 7/08/2015 (ultima data per poter postare il racconto), buona fortuna a tutti e che vinca il migliore!!
    L'unica regola è che dovrete scrivere in prima persona, per dare più effetto al racconto.


    IL TERMINE VERRA' PROLUNGATO FINO ALLA FINE DEL MESE (31/08), PER AGEVOLARE GLI UTENTI ASSENTI E PER DARE PIU' TEMPO A CHI SI E' ISCRITTO.

    PREMI:
    -Banner da mettere in firma (con soggetto a scelta, anche il pg del GdR se si vuole);
    -Set avatar + firma con soggetto a vostra scelta;
    -Award per il vincitore da inserire in firma.

    TEMA:
    Come vi immaginate la giornata tipo di un licantropo? Cosa farebbe secondo voi? Raccontate meglio che potete tutto ciò che farebbe un licantropo durante l'arco della giornata, ad esempio ciò che fareste voi tutti i giorni se foste Lycan. Date libero sfogo alla vostra fantasia e anche all'ironia se volete!

    PARTECIPANTI:
    Howl~
    Lykos_96
    Mek1989
    Altair47T

    Edited by Lykos_96 - 8/8/2015, 23:47
     
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    Perfetto ti inserisco nella lista, appena riesci posta il tuo racconto :)
     
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    Evvai! Ti metto nella lista :)
     
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    Il Dottore Magistrale del Caos

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    NOTA DELL'AUTORE


    Questo racconto, senza pretese, cerca di strappare un improbabile sorriso al lettore. Se per qualche ragione questo scritto vi urta, non vi piace o vi offende mi spiace per voi ma dovete spiegarmi una cosa: chi è così scemo da leggere qualcosa che lo offende? Io leggo per il piacere di farlo O.O Buona lettura :)

    Due (quasi) licantropi



    Ero sveglio da ore. Jack ringhiava, mordeva e ululava nel sonno. Decisi di svegliarlo con dolcezza.
    << Jack, ti sei di nuovo addormentato da trasformato! Tu non sei un licantropo, sei un cagnaccio! >> gridai.
    Il mio compagno d'avventure sbadigliò e aprì lentamente gli occhi.
    << Auuuuuu >>.
    << Trasformati prima di parlare, imbecille. Altrimenti chi ci legge non capisce nulla >>.
    Jack si leccò il muso, poi passò la lingua sulle zanne e infine tornò in forma umana.
    << Scusa Tim. Dicevo, andiamo a fare colazione? >>.
    << Certo, perché allora ti sei trasformato in forma umana? Ritrasformati subito! >>
    << Ma tu hai detto che... >>
    << Basta parlare, ho fame >>.
    Diventammo entrambi lupi. Ho sempre trovato bello il momento della trasformazione, liberatorio. Avete presente la sensazione che si prova a gettarsi col paracadute da un'altezza incredibile? Beh, se non ce l'avete non importa perché non c'entra nulla con la trasformazione in licantropo.
    << Ehi Tim? Come mai adesso che siamo entrambi trasformati non si leggono ululati ma parole vere? >>
    << Perché sono io il protagonista. Ora che posso capirti ti capiscono anche i lettori, chiaro? >>
    << Cristallino >>.
    << Ottimo. Andiamo! >>.
    Partimmo ai trecento all'ora nella foresta, così accecati dalla fame da dimenticarci che alla terza quercia c'era un velox. Il flash per poco non ci accecò.
    << Porca... saranno almeno trecento pigne di multa! >>
    Ma non avevamo tempo per imprecare o bestemmiare, anche perché Jack era cristiano e se la sarebbe presa a morte se avessi bestemmiato. Continuammo a correre(stavolta rispettando i limiti) fino a quando non iniziammo a sentire profumo di volpe. Avevo già l'acquolina in bocca.
    << Jack... dietro quell'albero...>> sussurrai.
    Non c'era bisogno di dire altro, quando era lo stomaco a guidarlo il mio socio diventava più scaltro di una faina. Ci lanciammo oltre la quercia e lì, ad aspettarci, c'era tutto ciò che ci aspettavamo.
    << Buongiorno nonna volpe, due grigliate miste per favore >>.
    << Cari ragazzi, voi mangiate troppo poco. Facciamo due a testa >>.
    Era inutile discutere con nonna volpe, se le avessimo detto che due erano troppe ce ne avrebbe cucinate quattro; preferii tacere.
    Mentre mangiavamo la nostra colazione arrivarono anche i nostri rivali storici: Bred e Brad.
    << Ehi Tim >> chiamò Brad << anche oggi doppia razione eh? >> e scoppiò in una sonora risata.
    Smise di ridere quando nonna volpe gli portò il doppio della doppia razione.
    << Ehi Jack, andiamo via. Tira una brutta aria qui... >>
    << Mi è scappata, Tim, scusa >>.
    << Ecco... >>
    Mi avviai, seguito dal mio compare, prima che nonna volpe potesse servirci il dolce. Le leggende dicevano che l'ultimo licantropo ad averlo mangiato poi non è più riuscito ad alzarsi dal tavolo, alcuni sostengono che l'essersi seduto su una distesa di super-colla non l'avesse aiutato. In ogni caso io non so come andò quel giorno. Seguito da Jack, mi diressi verso la locanda "Le licantropacce" in cerca di dolce compagnia: servivano il moscato più buono di tutta la foresta. Tuttavia quando arrivammo, ci accorgemmo subito che qualcosa non tornava: la locandiera, Maria, aveva lasciato un biglietto con scritto che si era trasferita definitivamente nella foresta del vicino.
    << Dannazione! >> imprecò Jack.
    << Lo so è terribile >>
    << E certo che è terribile, Maria mi doveva restituire il mio cappello buono >>.
    << Quel cappello? >> lo indicai, era proprio vicino alla porta.
    Il volto del mio compagno di avventure si illuminò, avete presente il bambino che si sveglia la mattina del 25 dicembre e trova sotto l'albero una marea di regali? Ecco, nemmeno lontanamente vicino... tutta un'altra cosa!
    All'improvviso sbucò Maria.
    << Maria, allora non ti sei trasferita! >>
    << Vi faccio questo scherzo tutti i giorni, possibile che ci caschiate ogni volta?! >>
    A pensarci bene il giorno precedente era successa la stessa cosa, e anche quello prima.
    Beh, ecco la tipica giornata da licantropo. La pensavate diversa? Fate una cosa, scrivetemi una mail all'indirizzo nonfreganulla@me_tantononlaleggo.mai!

    Saluti,
    Tim il licantropo.

    Edited by Mek1989 - 9/8/2015, 12:17
     
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  7. Altair47T
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    Ahahahaha epicamente stupessima x'D complimenti!! Occhio ai piccoli errori di battitura che t'ho spedito su va'zzap.
    Byez.
     
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  8. Altair47T
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    Mi iscrivo al contest!!
     
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    OK, ti aggiunto subito!

    Termine per la fine del contest prolungato!
     
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  10. Altair47T
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    Invoco il sacro potere del mio mentore!! Che possa dirmi gli errori di battitura, grammaticali o di punteggiatura!! Che mi possa dire dove mi sono Espresso(...cappuccino... o... treno merci...) male!!

    Aaahm salve, vorrei inoltre precisare di aver voluto usare lo stile narrativo usato dallo scrittore (o gruppo di scrittori non ho ben capito) Pittacus Lore, autore di "Io sono il numero quattro" e resto della saga (che non ho finito di leggere), vale a dire prima persona, come voluto dal tema, e narrato come se ogni cosa stia accadendo in tempo reale ;) Buona lettura


    La maschera del diavolo

    "Mi sveglio di primo mattino in bagno, come ogni giorno degli ultimi due anni. Se pensate faccia schifo alzarsi presto, pensate di farlo sul pavimento del cesso con la faccia dolorante, come se foste svenuti. Mi rimetto in piedi e mi do una rapida sciacquata alla faccia prima di guardarmi allo specchio e vedere che è macchiata di sangue. “Prima o poi qualcuno mi sgama” penso ogni mattina mentre mi ficco sotto la doccia per lavare via lo sporco.
    Torno in stanza con l’accappatoio addosso e lei è di nuovo lì sul tavolo ad aspettarmi. Quella maschera è una dannazione come l’alcool, le sigarette e la coca. Solo che non ti ammazza “lentamente”. Infatti può farlo tutto in un colpo, se una notte qualcosa va storto.
    Mi guardo attorno e ringrazio silenziosamente di essere un universitario che sta in un appartamento in periferia da solo. Afferro quel affare e mi riprometto che devo smetterla. La appoggio e mi siedo per osservarla: è graffiata e un po’ sporca di terra ma è una comune maschera da hockey che raffigura il volto di un lupo ringhiante.
    Torno in bagno, finisco di asciugarmi e mi vesto. Sto per fare la stessa cosa che faccio sempre d’estate: vado sulla riva del lago a pensare finché non arriva Mark, l’unico abbastanza strano da essermi amico.
    Esco di casa col mio zaino contenente quello che mi serve e chiudo la porta a chiave. Stranamente mi sento felice. Il nuovo costume da bagno non mi sta neanche tanto male, ma ho scarsa fiducia in me. Prendo l’ascensore e canticchio una canzone dei Linkin Park mentre aspetto di arrivare al piano terra. Esco dal portone e mi avvio. Il lago dista una ventina di minuti ma è un luogo relativamente affollato. Voglio dire: Lo è se sei una sottospecie di “lupo solitario” mentre è praticamente vuoto se sei il classico tipo qualunque tutto disco e figa. Ci vanno dei modesti gruppi di scolari delle superiori e dell’università.
    Come ogni volta che eseguo quel percorso, ripenso al sogno che ha cambiato la mia vita e mi danno un pochino. Ragazzi, se una notte sognate un tipo ben vestito che vi dice di essere il diavolo e che per una volta vi concederà un desiderio senza chiedervi nulla in cambio, cosa chiedereste? Soldi? Fama? Potere?
    Tutta roba che vi spedisce comunque all’inferno in un bel pacco regalo. Io chiesi di poter essere libero e di poter essere davvero me stesso. Ma che diavolo di desiderio è? La mattina dopo mi svegliai con questa maschera ad aspettarmi sul tavolo.
    Raggiungo la riva e mi siedo. Cerco di ricordare che cosa ho cacciato la scorsa notte e contemporaneamente mi perdo nel guardare il paesaggio: il lago è grande quanto un campo da calcio, l’acqua è azzurra con una spruzzata verdognola verso il largo. C’è il bosco che si staglia per chilometri oltre la riva opposta e ci sono le catene montuose ancora più lontane con un accenno di neve sulle cime più elevate.
    Un tocco e una voce improvvisa mi fanno sobbalzare. È Mark che dice “Hey, è stato trovato un cinghiale sviscerato e sbranato. I cacciatori e mio padre sono sicuri che non siano lupi perché un branco non avrebbe mangiato solo le interiora. Sono quasi sicuri che sia un orso bruno, a giudicare dalle tracce”.
    “Buongiorno anche a te. Non è un po’ presto?” dico.
    “Nah, sono le nove. Dove hai il telefono?” chiede con la sua aria seccata.
    Ci pensai su prima di dire “A casa sul comodino, credo”.
    “Ma dove diavolo hai la testa?! Ecco perché non mi rispondi. Lo lasci lì”. Si sedette e tirò fuori un pallone dallo zaino. “Cominciamo?”
    Mi spoglio e mi tuffo in acqua. Cominciamo a giocare, parlare e fare gli idioti. Di tanto in tanto uno dei gruppetti arriva e ci fermiamo a osservare. In uno o due gruppi qualche ragazza si ferma a guardare verso di noi e parlare tra loro prima di seguire gli altri.
    A metà pomeriggio alcuni ragazzi ci chiedono se possono unirsi a noi e così abbiamo opportunità di fare amicizia con qualche ragazza, ma alla fine non ho fortuna, al contrario di Mark. Una delle poche ragazze gli lascia il numero prima di andarsene a fine giornata.
    Fisso il lago con il tramonto che lo rende rosso come lava appena fuoriuscita da un vulcano. Mark mi saluta e mi chiede per l’ennesima volta se voglio uscire più tardi a fare un giro in città e io rifiuto. Ascolto i suoi passi mentre si allontana e una ventina di minuti dopo sono sicuro che il lago è completamente vuoto.
    Guardo il mio zaino e so che dovrebbe essere vuoto, ma non lo è perché nonostante tutta la mia roba (telo da spiaggia, vestiti, ecc) sia riversa fuori, io so che lì dentro c’è lei, lo so. Una sensazione che già conosco mi attanaglia il petto e il ventre. Stringe come le spire di un boa e la pelle sembra voglia staccarsi dalla carne o ribaltarsi come un alligatore che ha appena afferrato la sua preda. È insopportabile.
    Afferro lo zaino e ne estraggo la maschera. Mi sento come se fossi in astinenza e per un breve attimo vorrei combattere questa cosa. Ci provo, ma al posto di lanciarla nel lago, essa mi scivola semplicemente dalle mani. Mi sento paralizzato. È tutto inutile, non riesco a contrastarlo, lo voglio! Voglio sentirmi libero! Libero da questa prigione di carne e pensieri. Voglio essere libero di essere quello che in realtà siamo tutti! Afferro la maschera, la porto al volto e la lego dietro. È un attimo e la brutta sensazione svanisce. Di colpo mi sento come ubriaco e non mi sento il corpo, per non parlare della testa. Sento di essere carico di adrenalina al punto di farmi scoppiare il cuore ed ho fame, tanta fame. Mi strappo la maschera dalla faccia, perché me la sta schiacciando e non riesco nemmeno a vedere. Appoggio le mani a terra e spingo con tutti i miei arti a tutta velocità verso il bosco seguendo soltanto il mio istinto. Sono davvero felice ora e lo urlo al vento e a chi abita il bosco.
    Domani mattina mi sveglierò di nuovo nel cesso sporco di fango e sangue, reduce da un’altra “Notte da leoni”, un’altra notte di completa libertà da ogni freno inibitorio.
    Solo che mi chiedo una cosa da tempo: nel tornare ho la capacità di aprire il portone, prendere l’ascensore e aprire la porta di casa… Quindi, perché diavolo devo sempre svenire nel cesso al posto di andare nel letto?"

    Spero proprio che piaccia a qualcuno. Tanti saluti,
    Altair47T
     
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    Contest chiuso! Chi non ha postato il racconto non ha più la possibilità di farlo! A breve verrà aperto un topic dove poter votare il racconto che più vi è piaciuto e decretare il vincitore.
     
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