Condanne per licantropia nella storia

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    Il Dottore Magistrale del Caos

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    A differenza del vampiro, i lupi mannari non fanno parte delle schere dei non-morti e non promettono vita eterna in cambio di un morso sul collo. Quando i lupi mannari sono nella loro forma umana, possono senza alcun problema vivere nelle citta in mezzo ad altre persone e non essere riconosciuti. Non devono preoccuparsi dei raggi del sole né riposare di notte all'interno di bare. Riflettono perfettamente la loro immagine negli specchi e sono immuni a crocifissi o strane pozioni a base di aglio.

    Contrariamente alle leggende rese popolari dai numerosi film e romanzi, i lupi mannari non diventano tali perché morsi o graffiati da un altro esemplare infetto. Secondo le tradizioni classiche, la trasformazione in lupo mannaro avviene solo a causa di un sortilegio di magia nera o per una maledizione.

    Storie di uomini-animali sono comuni in tutte le culture. I nativi americani raccontano leggende di uomini-orso e uomini-volpe. Racconti Norvegesi includono esseri dalle sembianze umane ma ricoperti di pelliccia che vivevano in caverne e di notte cacciavano incauti viandanti nelle foreste. Con l'arrivo dell'Inquisizione, i lupi mannari vennero inclusi nelle liste degli esseri demoniaci.

    La Svizzera ha il primato di aver eseguito la prima esecuzione nel 1407 di un presunto lupo mannaro. In Francia, tra il 1520 e il 1630 vennero registrati dagli inquisitori ben 30.000 casi di uomini-lupo giustiziati. La persecuzione verso questi "esseri" iniziò in Francia a Poligny quando, dopo una lunga permanenza nella sala delle torture, tre uomini ammisero di essersi uniti carnalmente ad una donna-lupo per ottenere la forza necessaria a trasformarsi in animali e uccidere diversi bambini. I tre uomini furono bruciati vivi.

    Gilles Garnier, giustiziato a Dole nel 1573, fu un altro caso famoso di lupo mannaro. Egli fornì terribili dettagli di come uccise giovani vittime, aggredendole con unghie e denti. La corte in maniera unanime decise di bruciarne il corpo e gettare al vento le ceneri.

    Sempre in Francia, lo spietato uomo-lupo Peter Stubble di Cologne rivelò che per la sua trasformazione in lupo aveva bisogno di una speciale cintura magica. Una volta rimossa, egli tornava alle fattezze umane. Le autorità non furono mai in grado di trovare la suddetta cintura ma si decise ugualmente di ritenerlo colpevole dei suoi crimini nel 1589.

    Secondo i testimoni del processo contro Jacques Roulet nel 1598, un gruppo di cacciatori si imbattè in due lupi che stavano divorando il corpo di un giovane quindicenne. Visto che erano ben armati, i cacciatori inseguirono i lupi e si stupirono nello scoprire che le impronte degli animali lentamente diventavano impronte umane. Alla fine raggiunsero quello che pareva un uomo, con barba e capelli molto lunghi, a malapena coperto da alcuni stracci e con le mani intrise di sangue. Questa figura primordiale disse di chiamarsi Jacques Roulet e di essere capace, insieme al fratello, di assumere le forme di un lupo. Dichiarò inoltre che, proprio in forma di lupo, lui e il fratello avevano commesso diversi delitti nelle foreste della regione.

    Talvolta è difficile tracciare la linea di demarcazione tra leggendarie storie di lupi mannari e semplici incidenti che coinvolgono bestie feroci. Nel medioevo, inoltre, la confusione era ancora maggiore, in quanto capitava spesso di imbattersi in gruppi di briganti che compivano di notte uccisioni e furti nei boschi coperti da pellicce di animali. Nelle zone rurali della Francia, della Germania e di alcuni paesi dell'est, questi gruppi di assassini venivano chiamati proprio "lupi mannari".

    In molte culture antiche i guerrieri si vestivano con pelli di lupo e di altre bestie feroci per andare in battaglia, convinti che la forza di quegli animali venisse magicamente trasferita a loro.
    Nell'antica Scandinavia, la parola "ulfhedhnar" e "berwerker" indicavano proprio la pelle di lupo e di orso indossate dai feroci guerrieri vichinghi quando diventavano "berserk" ossia "infuriati" e si lanciavano contro i nemici con la foga di animali impazziti.

    Curiosamente, la convinzione popolare che si diventi lupo mannaro a seguito di un morso o un graffio da parte di una creatura similare non nasce da una tradizione antica, ma dal film "The Wolf Man" del 1941. Anche la vulnerabilita degli uomini-lupo ai mortali proiettili di argento e frutto della fantasia di scrittori di romanzi degli anni 40 ("Frankenstein contro l'Uomo Lupo" del 1943).

    Come esistono patologie di persone convinte di essere vampiri, cosi vi sono persone convinte di trasformarsi in lupi mannari. Gli psicologi identificano la psicosi da lupo mannaro ("licantropia" o "lupinomanis") in alcuni soggetti affetti da profonda depressione, che si convincono di cambiare aspetto ogni luna piena. Le persone affette da questo disturbo "sentono" la crescita del pelo sul loro corpo e l'allungarsi di unghie e mascella. Nella pubblicazione "Un caso di Licantropia", apparso sull'American Journal of Psyichiatry nel 1977, Harvey Rosenstock e Kenneth Vincent descrivono il caso di una donna 49enne sottoposta giornalmente a psicoterapia che percepiva se stessa come donna-lupo. Personale medico era costretto a trattenere la donna fisicamente ogni luna piena, in quanto il soggetto si dimenava, ululava e acquisiva atteggiamenti animali.

    Al termine di una lunga terapia con farmaci antipsicotici la donna potè tornare a casa, anche se alcuni testimoni la videro piu volte vagare, nelle notti di luna piena, all'interno dei cimiteri. Quando le venne chiesto perché si trovasse li, la donna rispose che "cercava il suo uomo-lupo".

    Fonte: www.fenomeni-paranormali.it

    Edited by Mek1989 - 10/11/2013, 17:37
     
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    Ottimo lavoro e grazie :) comunque che mente chiusa nel medioevo u.u hanno fatto fuori gente innocente! Boh...
     
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  3. -Kirye-
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    Chissà perché nel medioevo c'erano così tante persone che ammettevano di essere licantropi?! Qualcuno ha per caso detto tortura?! :huh:
     
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    bhe sotto tortura la gente ammetteva qualsiasi cosa quindi è normale che qualcuno abbia ammesso di essere mannaro anche senza essere colpevole u.u
     
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  5. Zarthial
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    Il Medioevo è stato purtroppo un brutto periodo per le nostre creature preferite come i lupi, i licantropi, i predatori in generale e, soprattutto, i draghi.
    Che mente chiusa aveva quella gente -___-
    E purtroppo c'è ancora oggi gente che assoccia queste creature al simbolo del male. -_-
     
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    Che mente chiusa aveva quella gente -___-

    Cavolo concordo -.-
    CITAZIONE
    E purtroppo c'è ancora oggi gente che assoccia queste creature al simbolo del male.

    Ancora una volta devo concordare con te -_-
     
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  7. alaska85
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    PETER STUBBE (Germania 1525 – Bedburg, 31 ottobre 1589)

    La sua data di nascita non è sicura, i registri della chiesa locale erano stati distrutti durante la Guerra dei trent'anni (1618-1648).Visse nel pieno delle guerre tra cattolici e protestanti, lui stesso era quasi sicuramente un convertito al protestantesimo.

    Non s'è mai saputo quale in realtà sia il suo vero nome. Viene infatti chiamato Peter Stube, Pe(e)ter Stubbe, Peter Stübbe o Peter Stumpf, e cambiando totalmente Abal Griswold, Abil Griswold, e Ubel Griswold. Si pensa che il cognome Stump con il quale è maggiormente conosciuto, sia stato dato per il semplice fatto che a Stubbe era stata amputata la mano sinistra, e al posto di essa era rimasto un moncone (che in inglese si dice Stump e in tedesco Stumpf).

    Ricco agricoltore, rispettato da tutta la comunità che lo conosceva come un ricco vedovo abbastanza piacevole e padre di due figli adolescenti, Stubbe fu protagonista del più famoso caso di licantropia avvenuto nel XVI secolo in Germania, dove viveva a Bedburg, nei pressi di Colonia. È stato uno dei primi serial killer conosciuti della storia. L'uomo fu accusato di aver ucciso, fra il 1564 e il 1589, due donne incinte e tredici bambini (compresi i suoi figli). Uccideva le sue vittime tagliando o mordendo loro la gola, dopodiché ne portava il cadavere in un posto isolato per poterne bere il sangue e, con l'ausilio di un coltello, estrarre le viscere. In particolare, ammazzò uno dei suoi figli spaccandogli la testa con un'ascia, per poterne estrarre il cervello.

    GLI OMICIDI:

    Un giorno di ottobre del 1564, una ragazzina di dodici anni si allontanò dal gruppo dei suoi amichetti e si isolò, andando a curiosare nelle vicinanze di una fitta boscaglia. In un attimo, un misterioso individuo che l'aveva notata e pedinata le saltò addosso come se fosse un lupo affamato, con i denti le morsicò il collo succhiandole il sangue, per sventrarla asportandole il cuore. Il ritrovamento del corpo da parte di alcuni passanti fece scattare l'allarme in tutto il paese, molti credevano che nella zona si aggirasse un lupo assetato di sangue umano.
    L'anno successivo, l'assassino prese di mira una giovane e carina ragazzina di nome Katherine Trompin. Questa adolescente fu rapita e portata nella casa del "Licantropo", che, forse affascinato da tanta bellezza, le risparmiò la vita e ne fece la sua amante, dalla quale in seguito ebbe anche dei figli.
    Negli anni seguenti sia la compagna del Licantropo che sua figlia Beell furono testimoni di un'orribile carneficina, poiché molte delle vittime furono condotte nella casa, dove venivano fatte letteralmente a pezzi e mangiate come se fossero state degli agnelli sacrificali.
    Nel frattempo le forze dell'ordine e la maggior parte dei cittadini perlustrarono tutta la zona per cercare di stanare la bestia, paventando che i bambini potessero essere il prossimo pasto di quel feroce predatore in libertà

    Un altro episodio, avvenuto intorno al 1570, scosse il villaggio.
    Una donna incinta si trovava nei pressi di un sentiero che portava in mezzo al bosco, quando il licantropo l'afferrò per il collo e le diede un morso uccidendola all'istante, poi le prese il feto e se lo portò a casa per dividere il banchetto con in familiari.

    L'assassino licantropo non si limitò comunque ad atti di cannibalismo e ad omicidi dei propri simili. Molte volte si aggirò di notte, nei pressi di ovili dove erano rinchiusi pecore o capretti, sventrando il bestiame e mangiandone alcune parti direttamente sul posto.
    I proprietari delle fattorie non collegarono immediatamente tali episodi con gli omicidi avvenuti nei confronti di adolescenti, pensando che si trattasse di un vero lupo, perciò al momento le due serie di uccisioni furono addebitate a cause diverse.
    Il killer tornò presto a colpire i giovani, aggredendo una ragazza che stava facendo pascolare delle mucche. Presa alle spalle, le morse il collo e le gambe ed infine con un pugnale la squartò dal torace al pube, asportando vari organi tra cui il cuore, che era la sua parte preferita.
    La follia del Licantropo di Bedburg non conobbe limiti. Una sera portò suo figlio nel bosco, dove già altre volte aveva ucciso degli adolescenti, prese un'ascia e spaccò in due il cranio del ragazzino e ne consumò il cervello, lasciando sul posto il corpo martoriato.
    Un giorno due adolescenti stavano giocando e inavvertitamente si spostarono oltre l'area che la madre imponeva loro per paura della bestia, così il licantropo li prese entrambi e li portò in mezzo alla fitta boscaglia. Ai due fu tagliata la gola e succhiato il sangue, aperto l'addome e asportati diversi organi tra cui il cuore, i corpi furono trovati qualche giorno dopo da alcuni contadini.

    L'ARRESTO:

    Solo dopo venticinque anni di aggressioni, mutilazioni e ritrovamenti di corpi smembrati, si riuscì a catturare questo assassino indemoniato.
    Nell'ottobre del 1589, l'ennesimo bambino stava cadendo sotto le grinfie dell'assassino quando la fortuna volle che le urla del piccolo attirassero l'attenzione di vari campagnoli.
    Vistosi accerchiato, l'uomo si nascose in mezzo ai cespugli, emettendo versi come un vero lupo. Imperterriti, i contadini armati di bastoni batterono in mezzo al fogliame nell'intento di fare scappare o ferire quella che secondo loro era una bestia inferocita, ma all'improvviso balzò davanti a loro, emettendo urla bestiali, un uomo. Lo stupore generale fu enorme: quello che tutto il paese riteneva essere opera di un lupo, era invece opera di Peter Stubbe, un loro paesano di mezza età, che fino a quel momento era stato considerato una persona normale, il proprietario di molti terreni agricoli.

    LA CONFESSIONE:

    Nel corso del processo, Stubbe confessò senza problemi gli omicidi spiegandone anche la motivazione: "All'età di tredici anni cominciai a praticare magia ed in alcuni casi stregoneria, per avere quei poteri che nei miei sogni spesso si realizzavano. Praticavo questi riti con alcuni dei miei compagni, ma loro erano terrorizzati da tutto ciò, allora decisi che dovevo sperimentare la cosa per conto mio. Un giorno riuscii a mettermi in contatto con il Diavolo in persona e con lui feci un patto, in cambio della mia anima ricevetti una cintura magica che indossata mi dava la possibilità di trasformarmi in un lupo rapace, forte e possente, gli occhi mi diventavano grandi che scintillavano nella notte come braci infuocate, la bocca mi veniva larga e grande, i denti aguzzi e crudeli, il corpo lo sentivo enorme e forte, le zampe possenti, ed e proprio con questa mutazione che uccisi e smembrai diversi ragazzini oltre che due donne incinte. Quando me la toglievo tornavo nelle mie sembianze umane. Quando riuscivo a prendere un bambino maschio o femmina, godevo nel vederlo soffrire, alcune volte dopo averli sgozzati li tagliavo a pezzi e ne mangiavo alcune parti crude. Ma la mia più grande soddisfazione fu quando assaggiai quel cervello, è stata una squisitezza che non dimenticherò mai".

    Oltre a questo affermò che una sera un lupo gli si era avvicinato e l'aveva morso ad un braccio. Quando l'animale si fu allontanato, Stubbe si era accorto che aveva urinato dentro ad una ciotola, così ne bevve il contenuto, convinto di aver ottenuto una sorta di invincibilità.
    Prima di emettere la sentenza, gli inquirenti gli chiesero dove avesse nascosto quella famosa cintura, lui rispose che l'aveva abbandonata dietro casa sua e naturalmente non fu mai trovata.

    Stubbe fu condannato a morte.

    LA MORTE:

    Il 28 ottobre del 1589, Stubbe fu legato alla ruota della tortura, con un ferro arroventato gli furono staccate parti di carne delle braccia e delle gambe, poi con un'ascia gli furono tagliati di netto piedi e mani e per ultimo fu decapitato. Il corpo venne poi messo sul rogo e bruciato, la testa venne conficcata su un palo ed esposta agli abitanti del villaggio, mentre sulla ruota furono incisi i nomi delle vittime di Stubbe, in totale sedici, anche se il loro numero probabilmente doveva essere di gran lunga superiore.
    Per quanto riguarda l'amante Katherine Trompin e la figlia Beell, non subirono lo stesso trattamento, ma furono ugualmente giustiziate, ovvero bruciate vive

    ------------

    Di seguito riporto alcune frasi pronunciate da uno dei suoi accusatori: "Peter Stubbe, è un mostro molto compiaciuto per quello che ha fatto, credeva di essere un lupo con la sua fantasia e naturalezza, propenso al sangue e alla crudeltà, traendone la massima soddisfazione distorta e diabolica. Con quella cintura mai trovata, che secondo Stubbe fu donata dal Diavolo in persona, passò al compimento di crimini ripugnanti e spaventosi. Se qualcuno lo faceva arrabbiare, lui per vendicarsi si aggirava per la città in cerca di prede come se fosse veramente un lupo affamato, senza fermarsi fino a che non trovava qualcuno da strozzare, smembrare e mangiare il suo cuore. Godeva tanto con la vista del sangue che cominciò a vagare per i campi ed i boschi di notte compiendo estreme crudeltà, mentre di giorno girava per le vie di Bedburg vestito bene avvicinando le sue vittime grazie anche al fatto che era una persona conosciuta e rispettabile, dai modi gentili e disponibile con tutti. Gli abitanti di questo paese per venticinque anni sono stati costretti a convivere con la paura ed a tenere sempre delle armi per difendersi da un eventuale attacco del lupo che aveva già divorato molte persone, senza sapere che in realtà l'artefice di questo massacro alla fine risultò essere Stubbe. La condanna a morte dovrà avvenire in modo esemplare, per tutto il male che ha cagionato".
     
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  8. alaska85
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    GILLES GARNIER



    Gilles Garnier (morto il 18 gennaio, 1573) è stato un' eremita, cannibale e serial killer condannato per l'accusa di essere un lupo mannaro. Conosciuto come "L' Eremita di San Bonnot " e " Il Lupo mannaro di Dole ". Autore di almeno 4 omicidi.

    Il lupo mannaro di Dole, Gilles Garnier, conduceva una vita da eremita al di fuori della città di Dole in Francia. Dopo poco che si era sposato, portò la sua nuova moglie nella sua casa isolata. La moglie, essendo abituata a mangiare bene e molto, creava dei problemi a Garnier, e questo causò malcontento tra di loro. Durante questo periodo molti bambini scomparvero o furono trovati morti, e le autorità della provincia, emisero un editto per incoraggiare le persone a denunciare, o ad uccidere, nel caso lo avessero visto, il lupo mannaro responsabile.

    Il Parlamento di Dole pubblica un editto che autorizza la caccia al lupo mannaro attraverso "picche, alabarde, fucili e bastoni", si può anche uccidere "senza incorrere in alcuna sanzione o punizione."

    Gilles non si preoccupò minimamente dell'editto e continuo la sua crudele caccia.
    Una sera un gruppo di lavoratori che viaggiavano dalla loro città ad un' altra per motivi di lavoro, videro un qualcosa fermo in un cespugli; pensarono che fosse il lupo, invece era Gilles Garnier con il corpo di un bambino morto. Il Licantropo di Dole fu arrestato, erano i primi giorni del gennaio 1573 .

    Secondo la sua testimonianza al processo, in una notte di caccia mentre era nella foresta, cercando di trovare cibo per sé e sua moglie, uno spettro gli apparve e si offrì di alleviare i suoi guai e gli diede un unguento magico, che gli avrebbe permesso di passare dalla forma di uomo a quella di lupo, rendendo più facile la caccia. Garnier confessò di aver inseguito e ucciso almeno quattro bambini di età compresa tra i 9 e 12 anni. Nel mese di ottobre 1572, la sua prima vittima fu una bambina di 10 anni, la quale fu trascinata in una vigna fuori di Dole. Lui la strangolò, gli tolse gli abiti, e mangiò la carne dalle cosce e delle braccia. Quando ebbe finito, gli tolse ancora un po' di carne e la portò a casa dalla moglie. La settimana dopo, Garnier aggredì selvaggiamente un'altra ragazza. Cominciò a morderla e a graffiarla, ma fu interrotto da alcuni passanti e fu costretto a fuggire. La ragazza cedette alle ferite e pochi giorni dopo morì. Nel mese di novembre, Garnier uccise un altro bambino di 10 anni. Ancora una volta lo cannibalizzò, mangiando le sue cosce e il ventre, e gli strappò una gamba, che portò a casa per più tardi. Infine, strangolò un altro ragazzo, ma fu interrotto per la seconda volta da un gruppo di passanti. Dovette abbandonare la sua preda prima di poterla mangiare.

    Garnier fu trovato colpevole di "crimini di licantropia e stregoneria "e venne bruciato sul rogo il 18/01/1573.
     
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  9. alaska85
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    IL SEGUGIO DI DIO



    Thiess di Kaltenbrun, chiamato anche Thies, comunemente indicato come il lupo mannaro di Livonia, fu messo sotto processo per eresia a Jürgensburg , nella Livonia svedese (oggi Lettonia), nel 1692. A quel tempo ottantenne, Thiess ammise di essere un lupo mannaro (wahrwolff), e che si era avventurato all'inferno con altri lupi mannari al fine di combattere contro il Diavolo e le sue streghe. Pur sostenendo di essere un lupo mannaro si autodefinì "segugio di Dio". I giudici ritenendolo colpevole di cercare di allontanare la gente dal Cristianesimo lo condannarono ad essere sia frustato e sia bandito per la vita dalla Livonia svedese.

    Secondo il racconto di Thiess, lui e gli altri lupi mannari si trasformavano tre notti all'anno (la notte di Santa Lucia, San Giovanni e la notte di Pentecoste), e poi viaggiavano dritto fino all'Inferno. Una volta lì, combattevano contro il Diavolo e le sue streghe per salvare il grano e il bestiame che queste ultime avevano rubato dalla Terra.

    Nel 1691 i giudici di Jürgensburg interrogarono un’ ottantenne noto come Thiess di Kaltenbrun, credendo che fosse un testimone in un caso riguardante un furto in chiesa. Erano consapevoli del fatto che la gente del luogo lo considerava un lupo mannaro, ma inizialmente avevano scarso interesse per queste accuse, che erano estranei al caso in esame. Tuttavia Thiess liberamente (senza essere sotto tortura) ammise di essersi trasformato in passato in lupo mannaro.
    Thiess raccontò ai giudici di come dieci anni prima, nel 1681, era stato in tribunale, aveva accusato un agricoltore di Lemburg (odierna Malpils) di avergli rotto il naso. L'agricoltore era in realtà una strega che si era rifugiata all'inferno, quando Thiess la scoprì ingaggiarono una dura lotta. La lotta finì quando la strega gli ruppe il naso con un manico di scopa, manico decorato con code di cavallo. Nel 1681 i giudici la presero a ridere, si limitarono solo a sbatterlo fuori dal tribunale nonostante il suo naso effettivamente era stato rotto. Questa volta però i giudici di Jürgensburg presero le sue affermazioni più seriamente, e cercando di stabilire se fosse pazzo o sano di mente, lo interrogarono.

    IL PROCESSO

    Thiess raccontò come le notti di Santa Lucia, Pentecoste e San Giovanni, lui e altre persone si trasformassero in lupi mannari. Inizialmente sostenne che le trasformazioni avvenivano mettendosi addosso pelli di lupo, un dono che aveva avuto da un contadino. Quando i giudici gli chiesero di identificare questi contadini cambiò versione, affermò che lui e gli altri lupi mannari si trasformavano semplicemente dopo essersi spogliati in mezzo ai cespugli. In seguito Thiess raccontò come lui e gli altri lupi mannari vagavano intorno alle fattorie locali facendo a pezzi tutti gli animali da allevamento che potevano divorare.

    Il Segugio di Dio arrivò a spiegare ai giudici come era diventato un lupo mannaro. Un tempo quando era un mendicante incontrò "un mascalzone" che con la scusa di un brindisi lo fece bere dal proprio bicchiere, dandogli così la capacità di trasformarsi in lupo mannaro. Il dono si trasmetteva bevendo acqua da una caraffa dove il lupo mannaro vi aveva respirato tre volte dicendo "diventerai come me."

    Alla domanda se avesse trasformato qualcuno, Thiess rispose di no, ancora non aveva trovato nessuno che fosse degno.

    Raccontò dei suoi viaggi all'inferno dove con i suoi compagni lottarono contro il diavolo e le streghe, inoltre disse ai giudici che i lupi mannari "non possono tollerare il diavolo ", e che erano i "segugi di Dio".

    I giudici di Jürgensburg erano confusi: perché i lupi mannari viaggiavano all'Inferno ed odiavano il Diavolo! Thiess rispose dicendo che lui ei suoi fratelli dovevano andare all'inferno per recuperare bestiame, cereali e frutti della terra che erano stati rubati dalle streghe. Gli chiesero anche dove andavano le anime dei lupi mannari quando morivano, e lui rispose che sarebbero andati in Paradiso, mentre le anime delle streghe all'inferno, ribadendo che i lupi mannari non erano servi del diavolo, ma di Dio, e che avevano intrapreso i loro viaggi notturni all'Inferno solo per il bene dell'umanità.

    LA CONDANNA

    Scoprirono che Thiess praticava anche la magia. Era noto per benedire grano e cavalli, inoltre sapeva anche arrestare le emorragie di sangue.
    Nelle sue benedizioni usava un ciondolo, sale e birra calda. Recitava le seguenti parole "Sole e luna andate oltre il mare, andate a prendere l'anima che il diavolo aveva preso all'inferno e ridate al bestiame la vita e la salute che gli è stata presa." Per i giudici questa benedizione era intollerabile, si incoraggiavano le persone ad allontanarsi dal cristianesimo.
    Thiess fu condannato alla flagellazione e ad essere bandito per tutta la vita dalla Livonia.
     
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  10. alaska85
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    JACQUES ROULET



    Jacques Roulet (n.1563) era un mendicante francese, conosciuto come il lupo mannaro di Angers

    Nel 1598, in un luogo selvaggio vicino Caude, (nei pressi di Angers, Francia) alcuni villici videro il cadavere mutilato di un ragazzo di quindici anni di nome Cornier, mentre si avvicinavano al corpo notarono due lupi che fuggirono via. Gli diedero la caccia, seguirono le tracce fino a quando queste portarono ad un uomo mezzo nudo. Aveva i capelli e la barba lunghi, le sue mani erano tinte di sangue. Le sue unghie erano lunghe come artigli, ed erano sporche di sangue fresco con alcuni brandelli di carne attaccata. L'uomo tremava in maniera incontrollabile. Fu arrestato sul posto come l'assassino del ragazzo.

    In tribunale Jacques ammise che era "in grado di trasformarsi in un lupo grazie ad un unguento donatogli dai suoi genitori". Disse anche che suo fratello Jean e suo cugino Julien erano in grado di trasformarsi ed insieme a loro avevano ucciso e divorato molte donne e bambini.


    "Qual è il tuo nome, qual è il tuo mestiere?" chiese il giudice, Pierre Hérault.

    "Il mio nome è Jacques Roulet, la mia età trentacinque anni, io sono povero, sono un mendicante."

    "Di cosa sei accusato?"

    "Di essere un ladro, di avere offeso Dio. I miei genitori mi hanno dato un unguento, non so la sua composizione."

    "Se ti strofini con questo unguento diventi un lupo?"

    "No, ma quando ho ucciso e mangiato il bambino Cornier: ero un lupo."

    "Eri vestito come un lupo?"

    "Ero vestito come sono ora. Avevo le mie mani e il viso insanguinato perché avevo mangiato la carne del bambino".

    "Le vostre mani e piedi diventano come zampe di un lupo?"

    "Si lo fanno."

    "La vostra testa diventa come quella di un lupo, la bocca diventa più grande?"

    "Io non so come diventa la mia testa, al tempo ho usato i miei denti, la mia testa era come è oggi ho ferito e mangiato tanti altri bambini,.. Sono stato anche al sabbath"

    Il giudice di Angers condannò a morte Roulet con l'accusa di essere un lupo mannaro, un' omicida e per cannibalismo; Tuttavia, in appello al Parlamento di Parigi decisero di rinchiudere Roulet in un manicomio a Saint Germain des Prés , per due anni, perché le autorità di Parigi considerarono la sua confessione inaffidabile a causa della sua debolezza mentale.

    Il famoso unguento di Roulet in realtà poteva essere un allucinogeno. Un allucinogeno a base di belladonna e altre piante simili. Jacques Roulet dopo essersi strofinato con l'unguento forse cadeva in uno stato di trance, si stramazzava a terra mentre con la mente si vedeva un lupo che scorrazzava libero nei boschi.
     
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  11. alaska85
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    IL POVERO HANS



    Questa è una storia triste avvenuta in Estonia. Questa è la storia di Hans detto il lupo mannaro, un ragazzo estone che fu processato e giustiziato in Estonia con l'accusa di essere un lupo mannaro.

    Estonia 1651, c'è una spietata caccia alle streghe, nei vari processi spuntano anche diversi lupi mannari, tra questi Hans un ragazzo di solo 18 anni.
    Hans fu portato davanti al tribunale di Idavare. Il processo non durò a lungo. Confessò subito che negli ultimi due anni era stato a caccia con la forma di lupo mannaro. Hans disse anche alla corte che si trasformava dopo che, proprio due anni fa, fu morso da un uomo vestito di nero. Ben presto scoprì che l'uomo vestito di nero era un lupo mannaro.

    Giudice: ''Ti senti più uomo o più animale?''
    Hans: ''Mi sento come una bestia selvaggia''
    Giudice: ''Come ti senti nel bel mezzo di una trasformazione: più uomo o più animale?''
    Hans: ''Come una bestia selvaggia''
    Giudice: ''Quando ti trasformi, si trasforma solo la tua anima o è avvenuta anche una trasformazione fisica completa?''
    Hans: ''Un cane mi ha morso ma non ho più la cicatrice. Mi ha morso mentre ero un lupo''

    La corte giudicò Hans colpevole di essere un lupo mannaro. Aveva ammesso di trasformarsi in lupo mannaro e per di più fu accusato di stregoneria e di essere in combutta col diavolo, l'uomo in nero che lo morse. Hans fu condannato a morte.

    Hans fu giustiziato all'età di 18 anni. L'unica sua colpa fu quella di nascere nell'epoca sbagliata.

    PS: Non vorrei sbagliarmi ma questo è il primo caso di licantropia indotta tramite morso.
     
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    MICHEL VURDEN, PHILIBERT MONTOT e PIERRE BOURGOT



    Nel 1521 a Poligny, in Francia, un viandante stava camminando da solo quando fu attaccato da un lupo, durante la colluttazione l'uomo riuscì a ferire gravemente il lupo che fuggì. L'uomo, seguendo la scia di sangue, arrivò ad un capanno dove vide un altro uomo, Michel Verdun, sotto la cura della moglie, gli stava curando una ferita sul suo corpo. Era la stessa ferita che il viandante aveva inflitto al lupo.

    Arrestato e torturato, Michel Vurden , ammise di aver fatto un patto con il diavolo, per ottenere la capacità di diventare un lupo. Accusò di licantropia anche altre due persone, Philibert Montot e Pierre Bourgot, chiamandoli in causa come suoi complici negli omicidi e negli atti di cannibalismo che affliggevano la regione.

    Bourgot, arrestato, al processo confermò l'accusa. Dichiarò che Verdun lo aveva portato ad un Sabbat, nella foresta di Chastel Charnon, dove tutti i presenti avevano in mano "una candela verde con una fiamma blu". Ad un certo punto Michel gli ordinò di spogliarsi e gli spalmò su tutto il corpo un unguento magico e perverso che lo trasformò in un lupo mannaro assetato di sangue.

    (Burgot raccontò inoltre al processo di come molti anni prima, mentre stava cercato di radunare le sue pecore, durante la fiera di Capodanno, una tempesta fece saltare tutto in aria spaventando gli animali e alzando lo sguardo si trovò improvvisamente ad essere guardato da tre misteriosi uomini vestiti di nero a cavallo. Uno di loro gli disse che avrebbe protetto le pecore e gli avrebbe dato dei soldi, se in cambio Burgot lo avrebbe accettato come suo signore e padrone, rinunciando alla Santa Vergine, al cielo e al battesimo, e con la promessa di non entrare in una chiesa e di non toccare l'acqua santa. Burgot accettò. Al secondo incontro con il suo enigmatico Signore, di nome Moyset, Burgot baciò la mano dell'uomo, che era fredda, come quella di un uomo morto. Poi disse: "sono caduto in ginocchio e ho dato la mia fedeltà a Satana".)

    La magica trasformazione da uomo-in-lupo cominciò. Burgot disse: "Sono stato in un primo momento inorridito dalle mie quattro zampe da lupo, dalla mia pelliccia con cui ero tutto coperto, ma ho scoperto che ora posso viaggiare con la velocità del vento"

    Burgot e Verdun da allora iniziarono numerose incursioni di sangue nella campagna francese.
    Uccisero una donna che stava raccogliendo i piselli nel suo giardino e un signore di Chusnee che andò in suo soccorso.
    In un'altra occasione hanno sbranato una bambina di quattro anni, e la mangiarono. Un'altra ragazza fu strangolata, e bevvero il suo sangue. Altri due bambini sono stati barbaramente uccisi. Un bambino, di circa 6 o 7 anni, riuscì a fuggire alle grinfie di Burgot urlando così forte che "il lupo mannaro" ha dovuto battere in ritirata e riprendere forma umana. Burgot uccise anche animali.

    Non è chiaro se Philibert Montot abbia mai confessato, ma fu giustiziato insieme con gli altri due.

    Tutti e tre gli uomini furono condannati per licantropia e omicidio e vennero bruciati sul rogo.
    Anche la moglie di Verdun fu condannata, anche se non c'è mai stata alcuna prova o condizione che avrebbe potuto mutare forma come Verdun e gli altri. Ma l'alta corte per sicurezza la condannò.

    Il processo fu guidato da Jean Boin, Inquisitore di Besançon.
     
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    JEAN GRENIER




    Quando nel 1603, in alcuni piccoli paesi della Guascogna (Francia), iniziarono a sparire misteriosamente i bimbi più piccoli, il terrore si impossessò degli abitanti. Un adolescente ammise di essere il responsabile. Jean Grenier, un ragazzo di 14 anni, sostenne di esser stato lui ad uccidere e a mangiare i bambini dei dintorni. Raccontò di uno strano uomo, che gli aveva dato una magica pelle di lupo, che aveva il potere di trasformarlo in licantropo, e confessò che ogni notte, lui e altri nove lupi-mannari, andavano a “caccia” nei paesi circostanti. Si vantò di aver mangiato tre o quattro bambini. Data la sua età, invece di essere condannato a morte, fu rinchiuso in un convento del luogo.

    IL PROCESSO

    Il processo si aprì il 9 maggio 1603, era presieduto dal giudice ordinario di Chatellenie e dai baroni di Roche Chalais. Vennero ascoltati tre testimoni, una dei quali, una giovane ragazza di nome Marguerite Poirier, aveva tredici, giurò che era stata attaccata da una bestia selvaggia, molto simile a un lupo. Mentre era alla ricerca del suo bestiame, una sorta di bestia selvaggia l'aveva aggredita, le aveva afferrato e strappato la gonna vicino al suo fianco sinistro. Lei, a sua volta, aveva colpito il lupo con un bastone, notando che la bestia era più larga, ma più corta di un lupo. Aveva la pelliccia color ruggine, una coda corta e una testa più piccola rispetto a quella di un lupo. Dopo il colpo, la bestia si allontanò alcuni passi, si mise seduta sulle zampe posteriori come i cani spesso fanno e le diede uno sguardo furioso che la fece iniziare a correre. Inoltre disse che c'era un ragazzo di circa tredici o quattordici anni, Jean Grenier, che si vantava di esser stato proprio lui ad aggredire Marguerite.

    Jeanne Gaboriaut, diciotto anni, guardava il bestiame insieme a Jean Grenier (entrambi erano al servizio di un contadino di Saint-Paul Pierre Combaut) e depose tutte le confidenze che Jean gli fece. Grenier gli aveva confidato di essere il figlio bastardo di un prete e che si trasformava in lupo-mannaro grazie ad una pelle di lupo donatagli da un certo Pierre Labourat. Gli confidò anche che c'erano 9 lupi-mannari nella sua congrega e si radunavano il lunedì, venerdì e sabato per andare a caccia durante il crepuscolo e poco prima dell'alba. Gustavano la carne dei bambini piccoli però a volte quando avevano fame erano costretti ad uccidere e a mangiare cani.

    Jean Grenier fu arrestato e portato davanti alla Corte Superiore il 2 giugno.

    LA CONFESSIONE

    Grenier confessò liberamente e raccontò crimini ancora più abominevoli e orribili di quanto raccolto fin a quel momento. Riconobbe di aver mentito su suo padre, il quale era in realtà Pierre Grenier, soprannominato "le Croquant", un bracciante della frazione di Saint-Antoine de Pizon. Era fuggito da suo padre dopo che lo picchiò ed ora lo odiava profondamente.

    Un giovane di nome Pierre de la Tilhaire, che viveva a Saint-Antoine, una sera lo condusse nelle profondità di un bosco e lo portò alla presenza del signore della foresta. Questo signore era un uomo alto e bruno, vestito tutto di nero, in sella ad un cavallo nero. Salutò i due ragazzi, e poi li baciò, ma la sua bocca era più fredda del ghiaccio. In un secondo incontro il Signore della Foresta li segnò entrambi su ogni coscia con una specie di marchio. Una sera, sempre il Signore gli consegnò una pelle di lupo, quando la indossarono li trasformò in lupi. Il Signore li accompagnava sempre anche quando erano trasformati, ma era in una forma di lupo-mannaro molto più grande. Aggiunse anche che prima di indossare la pelle di lupo dovevano usare un unguento.

    Grenier raccontò anche un suo infanticidio. Il primo Venerdì del mese di marzo del 1603, aveva ucciso e mangiato una bambina, dell'età di circa tre anni, chiamata Guyonne. Aveva attaccato il figlio di Jean Roullier, ma venne in soccorso il fratello maggiore del ragazzo che era armato che lo respinse. Il giovane Roulier fu chiamato come testimone e ricordava il luogo esatto, l'ora e il giorno in cui un lupo era uscito fuori da un cespuglio attaccando il suo fratellino. Grenier raccontò altri omicidi e altri casi di cannibalismo.

    Pierre de la Tilhaire sparì dalla circolazione, venne emesso un ordine d'arresto ma non riuscirono a trovarlo.

    LA SENTENZA

    La sentenza fu emessa dal Parlamento di Bordeaux, il 6 settembre 1503. il Presidente Dassis fu clemente. Prese in considerazione la giovinezza ed estrema ignoranza di Jean Grenier e lo fece rinchiudere nel convento francescano di S. Michele Arcangelo a Bordeaux, avvertendolo che ogni tentativo di fuga sarebbe stato punito con la forca.

    Grenier era stato rinchiuso nel monastero, e proprio nelle vicinanze del monastero numerose persone segnalarono avvistamenti di una strana creatura che sembrava un cane che attaccò persone e animali. Non fu mai catturato. Jean Grenier morì nel monastero 1610.

    Pierre de Lancre, magistrato e inquisitore francese, nel 1610 visitò Grenier nel Monastero di San Michele. Disse che era un ragazzo magro e scarno, con piccoli occhi neri infossati che lo fissarono ferocemente. Aveva denti lunghi taglienti, alcuni dei quali erano bianchi come zanne, mentre altri erano rotti. Le sue mani erano piccole e le dita sembravano quasi artigli o chiodi storti. Amava ascoltare e parlare di lupi, spesso cadeva su quattro zampe, si muove con straordinaria agilità e apparentemente con maggiore facilità rispetto a quando camminava in posizione verticale come un uomo. I monaci dissero che in un primo momento, per lo meno, respinse il cibo semplice per mangiare ripugnanti frattaglie. De Lancre osservò il fatto che tale Grenier o Garnier sembra per qualche ragione essere un nome portato dai lupi mannari.
     
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    IL SARTO ASSASSINO



    Nel 1598, un sarto di Chalons, in Francia, fu accusato di talmente tante orribili atrocità, che il giudice decise di distruggere tutti i documenti del processo. Questo è il motivo del suo anonimato.
    Tra le varie accuse, il sarto fu incolpato di attirare dei bambini a casa sua o nella sua bottega, li torturava dando libero sfogo alle sue pulsioni sessuali e poi li uccideva e se ne cibava. Quando questo sistema non funzionava usciva di notte per andar a cercare i bambini che si erano smarriti nel bosco, per l'accusa nell'occasione si trasformava in un lupo-mannaro.

    Venne arrestato a seguito della perquisizione del suo appartamento: gli agenti rinvennero in una cassa delle ossa e brandelli di carne umana. Il 14 dicembre 1598 al termine di un processo che fece scalpore fu condannato all'impiccagione.
     
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